Il dibattito attorno al DDL Zan, la legge contro l’omotransfobia, è fonte di scontro in politica e non solo, anche tra la gente comune. La discussione sta generando diverse reazioni, anche forti come quella di Francesca Pascale, che da sempre si è battuta a favore dei diritti civili.

L’ex compagna di Silvio Berlusconi ha commentato la nota diplomatica dello stato Vaticano che lo scorso 17 giugno ha chiesto al governo di poter modificare parzialmente la legge. Secondo il Vaticano alcuni punti del DDL sarebbero lesivi della “libertà assicurate alla chiesa e ai suoi fedeli” costituendo di fatto una violazione del famigerato ‘concordato’ del quale tanto si è parlato. Il concordato altro non è che il documento che stabilisce il rapporto fra lo stato italiano e la chiesa cattolica.

La Pascale non ci sta e come dimostrazione, tratto da un’intervista rilasciata a Repubblica afferma:

L’intervento della Chiesa ha un peso importante e una parte politica lo usa strumentalmente come alibi. Io ho iniziato le pratiche per sbattezzarmi. Sono credente, vorrei fosse chiaro. Ma accanto alla Chiesa apostolica c’è un’altra parte che si divide tra omofobia e silenzio sulla pedofilia. Non mi piace una Chiesa che discrimina.

Così spiega il suo gesto:

Lo sbattezzo è per me un atto nei confronti di quella Chiesa che dimentica il Vangelo e fa ingerenza politica. Il Vaticano dovrebbe fare una rivoluzione, se non vuole perdere fedeli. L’altra cosa che mi dispiace è che si pensi debbano votare a favore del DDL Zan gli interessati, gli omosessuali. Questa è una legge che devono votare tutte le persone perbene.

Berlusconi non ha preso bene la posizione di Francesca Pascale che rivela:

Berlusconi è arrabbiato con me per la posizione sul ddl Zan e perché vado ai Pride. Mi chiede: perché? Io gli rispondo: perché ci credo. Questa volta non sono d’accordo con lui e spero cambi idea.

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ultimo aggiornamento: 21-07-2021


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