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È morto Bruno Pizzul: addio alla storica voce del calcio italiano

Lutto nel mondo del calcio: addio a Bruno Pizzul, voce storica e iconica del calcio italiano, aveva 86 anni.
Quella di ieri è stata una triste giornata per il mondo del calcio. Bruno Pizzul, una delle voci più iconiche del calcio italiano, è morto all’età di 86 anni all’ospedale di Gorizia. Il celebre telecronista, noto per il suo stile pacato e mai urlato, ha raccontato alcune delle pagine più emozionanti della Nazionale italiana, accompagnando intere generazioni di tifosi con la sua inconfondibile narrazione.
Bruno Pizzul: una carriera indimenticabile
Pizzul ha seguito cinque Mondiali e quattro Campionati Europei, diventando un simbolo del giornalismo sportivo in Italia.
Tra le sue telecronache più celebri spiccano le Notti Magiche di Italia ’90, con il gol di Baggio contro la Cecoslovacchia e i rigori di Pasadena nel 1994, che segnarono l’epilogo amaro della finale tra Italia e Brasile.
Debuttò nel 1970 con la telecronaca di Juventus-Bologna, un match di Coppa Italia, e chiuse la sua carriera ufficiale nel 2002 con un’amichevole tra Italia e Slovenia.
Tuttavia, nel 2021, a Cormons, si concesse un’ultima emozionante telecronaca non ufficiale per la finale di Euro 2020 tra Italia e Inghilterra, dove ha celebrato il trionfo azzurro con il celebre grido: “Siamo campioni d’Europa!“.
Oltre alle imprese sportive, Pizzul fu testimone diretto di una delle pagine più nere del calcio: la tragedia dell’Heysel nel 1985. Con grande professionalità e sensibilità, raccontò in diretta la tragedia che portò alla morte di 39 tifosi prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool.
La notizia della sua morte ha profondamente colpito i fan del calcio italiano.
Mondo del calcio e del giornalismo in lutto. È morto #BrunoPizzul, storica voce dello sport italiano. Avrebbe compiuto 87 anni tra pochi giorni. pic.twitter.com/LwH44CjxjA
— Rai Radio1 (@Radio1Rai) March 5, 2025
Un’eredità indelebile nel giornalismo sportivo
Bruno Pizzul ha segnato un’epoca con il suo stile sobrio ed elegante, ed è diventato un punto di riferimento per il giornalismo sportivo. La sua critica ai telecronisti moderni, “Parlano troppo“, rimane una testimonianza del suo approccio misurato e autentico alla narrazione sportiva.
Con la sua scomparsa, l’Italia del calcio perde una voce inconfondibile, che ha saputo emozionare e raccontare il pallone con classe e competenza.
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