Sinisa Mihajlovic, allenatore ed ex calciatore serbo, attualmente seduto sulla panchina del Bologna, sarà uno degli ospiti della puntata di Verissimo che andrà in onda sabato 18 gennaio 2020, su Canale 5.

Il programma condotto da Silvia Toffanin ha intervistato in esclusiva l’allenatore 50enne che, come ricordiamo, colpito da una forma acuta di leucemia mieloide la scorsa estate, si è dovuto sottoporre subito alle cure, senza rinunciare, però, a continuare a guidare la sua squadra, sedendosi anche in panchina, durante le partite di Serie A, quando i medici gliel’hanno consentito.

Mihajlovic ha rassicurato tutti i suoi sostenitori e tutti gli appassionati di calcio in generale, dichiarando che la guarigione è sempre più vicina, nonostante sia necessaria ancora un altro po’ di pazienza. L’allenatore ha dichiarato che non gli sono state riscontrate complicazioni e ciò lo rende molto ottimista:

Per adesso la sto vincendo, anche se devo fare attenzione. Sta andando tutto bene, non sto più prendendo il cortisone e questo è importante. Sono passati 78 giorni dal trapianto di midollo osseo e i primi 100 giorni sono i più critici. Poi dopo è tutto in discesa, bisogna avere pazienza ancora per una ventina di giorni. Sono molto contento, non ci sono state complicazioni gravi e va benissimo così.

L’ex calciatore di Sampdoria, Lazio e Inter ha raccontato i momenti più difficili vissuti nell’ultimo periodo. Il primo ciclo di chemioterapia, ad esempio, gli ha provocato attacchi di panico ma il desiderio di non abbattersi e di mostrarsi forte davanti alla sua famiglia, la moglie Arianna Rapaccioni Mihajlovic e i loro 5 figli, ha sempre avuto la precedenza:

Ho fatto 13 chemioterapie in 5 giorni ma già dopo il terzo avevano annientato tutto. Il primo ciclo è stato il più pesante, mi sono venuti anche degli attacchi di panico che non avevo mai avuto: non potevo uscire e stavo impazzendo. Volevo spaccare la finestra con una sedia, poi mia moglie e alcuni infermieri mi hanno fermato, mi hanno fatto una puntura e mi sono calmato. Stavo male ma dovevo dare forza alla mia famiglia perché se mi avessero visto abbattuto sarebbe stato peggio. Cercavo di essere sempre positivo e sorridente. Questa è stata una delle cose più difficili. Non penso di essere un eroe, sono un uomo normale con pregi e difetti. Ho solo affrontato questa cosa per come sono io. Nessuno deve vergognarsi di essere malato o di piangere.

Nonostante la malattia, il Natale appena trascorso si è rivelato molto speciale per Sinisa Mihajlovic grazie anche alla presenza di sua madre:

E’ stato il Natale più bello della mia vita, con tutta la mia famiglia vicino. C’era anche mia mamma, che si è arrabbiata quando ho pianto durante la seconda conferenza stampa, però, poi, a casa, mi ha preparato dei piatti serbi che sono molto saporiti e non li ho sentiti amari come quasi tutto il resto dei cibi. Grazie a lei ho recuperato un po’ di chili.

Mihajlovic, infine, ha ringraziato tutti coloro che gli hanno manifestato il loro affetto e la loro vicinanza. Tra i colleghi, l’allenatore ha citato Zlatan Ibrahimovic:

Ho sentito tantissima vicinanza da gente famosa e da gente normale, anche con gli striscioni negli stadi. Prima ero uno che divideva, con questo problema, ho unito tutti. Hanno guardato l’uomo più che l’allenatore e questo era l’importante. Ibra è come un fratello, da giocatori ci siamo anche scontrati, poi dopo siamo diventati amici. Abbiamo un carattere molto simile e molto forte.

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ultimo aggiornamento: 17-01-2020


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