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Paola Iezzi alunna di Vecchioni: l’aneddoto esilarante
Paola Iezzi racconta l’incontro con Roberto Vecchioni al liceo: l’aneddoto esilarante della cantante, con tanto di parolaccia.
In pochi possono dire di aver avuto il privilegio di avere come professore di greco e latino il famoso cantante Roberto Vecchioni, ma Paola Iezzi è tra questi. L’artista milanese e giudice di X Factor, oggi sta vivendo un periodo di grande successo musicale e televisivo. Dopo il ritorno con il brano “Furore” insieme alla sorella Chiara, Paola ha conquistato il pubblico anche come giudice di X Factor 2024.
Tuttavia, dietro al suo presente brillante, c’è un passato ricco di ricordi, tra cui uno in particolare che riguarda il celebre cantautore e docente Roberto Vecchioni. Scopriamo i dettagli.
Paola Iezzi: l’incontro con Roberto Vecchioni
Nel corso di un’intervista al Corriere della Sera, Paola Iezzi ha ricordato con grande affetto il periodo in cui è stata alunna di Vecchioni, suo professore di greco e latino al liceo classico Beccaria di Milano.
Nonostante sia stato suo insegnante solo per un anno, Vecchioni ha lasciato un segno profondo nella vita della giovane Paola. La cantante ha descritto il suo professore come una figura straordinaria, capace di affascinare gli studenti con il suo approccio unico.
Iezzi ha raccontato: “Ero brava in italiano e filosofia, ma con lui ogni tanto sono volati dei votacci in greco e latino che studiavo poco perché ero refrattaria alle regole, non mi piaceva imparare a memoria. Roberto era meraviglioso, un affabulatore, l’insegnante che tutti sognano di avere, quello dell’Attimo fuggente: ti apriva scenari che non avresti mai sospettato“.
L’aneddoto con la parolaccia che ha fatto storia
Uno degli episodi più divertenti e significativi raccontati da Paola riguarda il primo giorno di scuola con Vecchioni. “Era l’inizio dell’anno scolastico, e Vecchioni entrò in classe con aria austera, il sigaro spento e il registro sotto il braccio” ha raccontato.
“Appoggiò il registro sulla cattedra facendo un rumore fortissimo e, con un sorriso sornione, disse: ‘Bene, adesso vi aspettano 5 anni di calci in c…‘. Poi uscì sbattendo la porta, per tornare poco dopo a lezione come se nulla fosse“.
Questo comportamento, che inizialmente potrebbe sembrare severo, aveva un significato più profondo: “Voleva farci capire che parlava la nostra lingua, che era severo, ma ci capiva“, ha spiegato Iezzi.