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Michela Murgia, il marito: “Come fratello e sorella. Aveva deciso tutto”
Dopo la cerimonia del funerale di Michela Murgia, parla suo marito Lorenzo Terenzi che racconta il loro rapporto.
Sono state ore decisamente intense per Lorenzo Terenzi, marito di Michela Murgia. La scrittrice, morta nei giorni scorsi, ha ricevuto sabato 12 agosto l’ultimo saluto in occasione del funerale. L’uomo, al Corriere della Sera, ha raccontato alcuni aspetti anche inediti del loro rapporto.
Michela Murgia, il marito racconta il loro rapporto fino alla fine
Terenzi ha subito raccontato come lui e la Murgia si sono conosciuti: “Nel 2017 in Sardegna. Lei stava lavorando a ‘Quasi Grazia’, uno spettacolo teatrale tratto dal libro di Marcello Fois. Io ero stato chiamato all’ultimo come aiuto regista”. “Se mi aveva indimidito? No. Era la prima volta che Michela faceva teatro professionale e io mi occupavo tanto del training, gli esercizi che si fanno prima. Per fare bene il mestiere dell’attore devi entrare in contatto con parti molto profonde di te. Questo ci ha fatto legare. È stata generosissima fin dall’inizio. Siamo diventati subito amici, poi confidenti, e negli anni “migliori amici”, come diceva”.
Sulla loro relazione, poi, l’attore e regista ha svelato: “Il nostro rapporto? Più che una relazione, era un’amicizia che ha continuato a fiorire nel tempo: siamo fioriti uno accanto all’altra. Ma non c’è mai stato niente di sessuale, era un’amicizia evoluta all’ennesima potenza. Poi lei ha avuto bisogno di me e mi ha chiesto di fare questa cosa che altrimenti non avrei mai fatto, perché non eravamo mai stati fidanzati, non c’era mai stato niente oltre all’essere fratello e sorella, due esseri umani che si erano incontrati in maniera profonda. Abbiamo riso di cose stupide e pianto di cose difficili”.
Sul matrimonio civile: “Quando me l’ha chiesto? Più o meno verso Pasqua. ‘Probabilmente ho un’aspettativa di vita di quattro anni’, mi disse. ‘Se tra qualche anno sei libero ti va di sposarmi? Così potrò avere vicino una persona di cui mi fido per farla decidere al posto mio’”. E la sua risposta: “Ho detto subito di sì. Poi il quadro clinico è cambiato e mi ha detto che dovevamo anticipare. Le ho chiesto se voleva fare solo una cosa burocratica da tenere tra di noi o se voleva raccontarla agli altri. Rispose che era meglio se lo raccontavamo noi, perché era un personaggio pubblico e bisognava tenere il polso della narrazione […]”.
Un passaggio anche sulle ultime ore dolorose tra camera ardente e funerale: “Dove abbiamo allestito la camera ardente? In camera sua, gli amici stretti erano tutti qua. Indossava un kimono fantasia e sotto aveva un vestito verde. Aveva deciso tutto: è riuscita a fare le cose che voleva, come voleva. È impressionante questo controllo lucido fino all’ultimo: il motore è l’amore. Gli ultimi giorni ha salutato tutti, ha perfino dettato un libro”.
Di seguito anche il post Instagram che aveva condiviso la scrittrice a metà luglio a proposito del matrimonio civile tra lei e Lorenzo Terenzi:
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