In onda tutte le domeniche anche in piena emergenza Coronavirus, Mara Venier ha lanciato il suo appello agli italiani dalle pagine di Oggi, ufficialmente in edicola.

Ce la facciamo, certo che ce la facciamo a sconfiggere questo virus. Ma questo è il momento di essere responsabili, di seguire le direttive alla lettera. Dobbiamo stare a casa, dobbiamo fermarci tutti. Pensiamo ai nostri anziani, a chi è a rischio, pensiamo al bene comune. Perché la salute e la vita sono la cosa più importante che ci sia. Ragazzi state a casa, ve lo dice la zia Mara.

Una positività che da sempre fa parte della conduttrice Rai, ultimamente comunque scossa dalla pandemia: “Sono giorni che dormo male, mi sento vulnerabile. Cerco di reagire, di pensare positivo, ma sto vivendo una grande angoscia. Siamo di fronte a una malattia per cui non c’è vaccino, non c’è ancora una cura certa, è una situazione pesantissima”. “Sono preoccupata per tutti gli italiani e poi sì, certo, anche per la mia famiglia. Mio marito Nicola non è più un ragazzino, in passato ha anche avuto problemi polmonari, è un soggetto a rischio. Qualche giorno fa è tornato da Santo Domingo e da allora sta chiuso in casa, non voglio che si muova“.

Inevitabili le precauzioni, anche per un volto dello spettacolo. Perché il Coronavirus non guarda in faccia a nessuno.

Io devo uscire, per lavoro. Ma mi metto la mascherina, mi lavo le mani duecento volte al giorno, rispetto le distanze. Ieri sono entrata a fare la spesa al mio solito supermercato: quando ho visto che c’era troppa gente sono andata da un’altra parte. Alla sera torno a casa e sto tranquilla, questo non è tempo di cene e ritrovi. È l’unico modo che abbiamo per proteggerci, ma purtroppo non tutti ne sono consapevoli. L’altro giorno, col sole, a Roma i locali per l’aperitivo scoppiavano di gente. Hanno chiuso le scuole, le università e tutti a pensare: olé, siamo in vacanza. No, non siamo in vacanza cavolo, questa è un’emergenza nazionale! Ecco, io voglio fare un appello ai nostri ragazzi belli e pieni di vita, lo dico ogni giorno anche a mio nipote Giulio che ha 17 anni: abbiate coscienza, fermatevi anche voi, per qualche settimana piantatela di uscire, di far festa. Fate un sacrificio, sarà un mese senza drink? E pazienza, è una piccola cosa ma vale la vita dei vostri genitori, dei vostri nonni.

Ma la positività della Venier, come detto, emerge anche in situazioni come queste: “Però sa cosa le dico? Io, che cerco di vedere sempre il bello, trovo che quest’emergenza possa essere anche un’opportunità. Stiamo a casa? Approfittiamone per insegnare ai bambini a fare la pizza, leggiamo un bel libro, guardiamo un vecchio film accanto a chi amiamo. Io a casa con Nicola non mi annoio mai, cucino, leggo, chiamo mia figlia tre volte al giorno… Questo virus ci ha fatto capire quanto siamo vulnerabili, ma anche quali sono le cose che contano davvero. Riscopriamo la famiglia, le chiacchiere, il piacere di disegnare, di studiare una lingua o preparare le lasagne. Piantiamola con le polemiche, con le liti banali per chi svuota la lavastoviglie. C’è tanto bello da vivere, ricordiamocelo più che mai“.

E cosa farà la Venier quando tutto questo sarà passato? “Ah, io m’embriaco!“.

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ultimo aggiornamento: 12-03-2020


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