Un VIP lascia i social per il peso dell’odio. Non è la prima volta che raccontiamo questo tipo di fatti: già in passato attori, giornalisti e altri personaggi della tv e dello spettacolo hanno preso la drastica decisione di chiudere i loro canali d’interazione (e non per loro volere). Ancora oggi c’è una parte dei naviganti del web che non riesce ad aprire gli occhi dispensando polemiche e odio da una parte all’altra. Un atteggiamento difficile da controllare, soprattutto se si è personaggi pubblici.
Il caso di Marino Bartoletti ci riporta in quello che è a tutti gli effetti un brutto vizio del mondo del web. Il giornalista ha sempre voluto instaurare un rapporto amichevole con i suoi seguaci, raccontando fatti privati della sua vita. Tra gli ultimi che lo riguardano in ordine di tempo la battaglia che sta conducendo contro il cancro, male del quale ha parlato durante una puntata di Oggi è un altro giorno, su Rai 1.
Bartoletti è stufo di certi comportamenti che lui stesso in un lunghissimo post su Facebook non ha esitato a chiamaere vigliacchi. Questa è la prima parte dell’ultimo post pubblicato:
E’ vero, ho trovato tantissimi compagni di viaggio meravigliosi che mi hanno seguito nello spirito e nel piacere di un fertile scambio. Ma ho anche trovato una massa – a un certo punto per me incontrollabile – di personaggi sostanzialmente votati all’infelicità (oltre che all’insolenza, all’ignoranza, alla maleducazione gratuita, alla provocazione, alla ricerca dell’attimo di gloria, alla negazione dell’evidenza, all’anonima vigliaccheria, al vittimismo, alla grafomania perniciosa, al fanatismo, all’odio insensato, in alcuni casi alla barbarie) “grazie” ai quali ho capito che il mio tempo era assolutamente sprecato. E, dunque, che il piccolissimo tentativo di “civilizzazione” era naufragato.
Il giornalista è persino scoraggiato dal ritrovarsi delle vere faide tra followers persino per un post dedicato – paradossalmente – agli esempi di sportività:
A volte ho avuto la sensazione che qualsiasi cosa scrivessi risultasse completamente inutile a chi aveva già in canna una risposta “a prescindere”.
Per non parlare dell’”ultraismo” cieco e irragionevole: per cui un post sull’interessante (e raro) incontro Guccini-Sarri. Oppure un altro su galantuomini come Baggio e Baresi citati ad esempio di sportività diventano pretesto di scontri e insulti incrociati fra followers.
Così arriva la spiegazione del suo addio ai social:
Io posso anche leggere, rispondere, tacere, replicare, ingoiare o, al limite bloccare (cosa che ho fatto raramente, sempre convinto che non sia la strada più costruttiva): però non posso passare i miei giorni (e le mie notti) a fare la “sentinella” di quello che poteva e doveva essere un fertile terreno di confronto e che invece troppe volte è diventato un incontrollabile e spesso incivile campo di battaglia da parte di chi ha solo il desiderio di aggredire, offendere e avvelenare i pozzi di una corretta convivenza (spesso nel nome di un’”appartenenza” interpretata in maniera invasata). Ma a questo punto non più sulla mia pagina, grazie!
Quindi, i saluti finali: “Molti di voi mi mancheranno“. E chissà mai che non ci sia un ripensamento in futuro…
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