Clausura da coronavirus anche per Roberto Mancini che, in situazioni normali, avrebbe passato queste settimane a studiare gli avversari in vista di Euro 2020. Invece tutto è stato stravolto, così come le abitudini degli italiani, costretti a rimanere segregati nelle loro abitazioni.
“Sono a casa a Roma, ormai da tanti giorni”, dice il commissario tecnico azzurro a Un giorno da pecora. “Siamo in tre ed è difficilissimo per uno come me. Faccio due ore di attività motoria la mattina. Pur di non stare in casa sto in terrazza. Faccio cyclette e tapis-roulant”.
I veri problemi arrivano dal pranzo in poi. “E’ difficilissimo, fino alla cena è lunghissima – continua l’allenatore – leggo un po’, adesso sto leggendo un libro di un ciclista dedicato al Cammino di Santiago, che prima o poi vorrei fare, quindi mi informo. Si passa il tempo senza far niente. La spesa? Ce la portano”.
Il tono si fa infine serio:
“Mi fa molto effetto vedere quello che sta accadendo, spero che tutto si risolva al più presto. Sta succedendo una cosa terribile, il calcio finisce in secondo piano. Dispiace non poter giocare ma ora è prioritario risolvere questa situazione, in seguito ci si penserà”.
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