Lapo Elkann, erede della famiglia Agnelli e presidente della Fondazione Laps, è finito sotto i riflettori dopo le gravi accuse lanciate da un suo ex collaboratore. Secondo le denunce, la Fondazione Laps non avrebbe come principale scopo la beneficenza, ma sarebbe stata utilizzata come strumento per promuovere l’immagine personale di Elkann e per ottenere vantaggi fiscali. Accuse che, se confermate, potrebbero sollevare importanti interrogativi sulla gestione della fondazione. Ma scopriamo tutti i dettagli della controversa vicenda.
Le accuse sono contenute in un documento di 29 pagine, corredato da 47 allegati, e sono ora al vaglio della Procura. L’ex collaboratore sostiene che la fondazione non solo fosse usata per il marketing sociale, ma anche per fini economici personali, come il tentativo di fare passare la vendita della sua Fiat 500 Abarth come una donazione fiscale.
Lapo, secondo il racconto, avrebbe richiesto che la vendita dell’auto fosse registrata come donazione, per ottenere vantaggi fiscali.
Inoltre, l’ex collaboratore ha denunciato che durante la pandemia, la Fondazione Laps avrebbe distribuito libri scritti da Lapo Elkann, ma senza includere matite, ritenute “troppo care”. Questo episodio ha sollevato ulteriori sospetti riguardo alla reale intenzione benefica dell’organizzazione.
In risposta alle accuse, la Fondazione Laps ha diramato un comunicato stampa in cui respinge fermamente tutte le accuse, ribadendo la correttezza delle sue operazioni.
“In merito all’articolo pubblicato da La Verità in data 16 marzo 2025, la Fondazione Libera Accademia Progetti Sperimentali – Laps ribadisce con fermezza la correttezza del proprio operato e di quello del suo Presidente Lapo Elkann sotto ogni profilo, riservandosi ogni azione necessaria a tutela dei propri diritti, nonché dell’onorabilità e dell’immagine della Fondazione e dei suoi rappresentanti” si legge.
Il comunicato continua: “Respingendo qualsiasi accusa e ricostruzioni parziali e fuorvianti, Fondazione Laps ricorda che, sin dalla sua nascita nel 2016, ha contribuito a sostenere numerose iniziative benefiche“.
Infine, si legge: “I comportamenti dell’ex collaboratore sono stati oggetto di una formale diffida legale con cui si intimava lo stesso dal non reiterare condotte illegittime“.
Non ci resta, ora, che attendere i prossimi sviluppi sul caso.
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