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“Non volevo proprio vederla”: Natalia Paragoni e la depressione post partum

La gravidanza, l’arrivo della piccola Ginevra ma anche la depressione post partum: le difficoltà di Natalia Paragoni.

Non è stato tutto rose e fiori per Natalia Paragoni dopo l’arrivo della piccola Ginevra, figlia avuta con Andrea Zelletta. L’ex volto di Uomini e Donne ha spiegato che dopo la nascita della bambina ha dovuto fare i conti con la depressione post partum, una situazione che l’ha portata ad avere un forte rifiuto della neonata.

Natalia Paragoni, la depressione post partum

Intervenuta al noto podcast ‘1% Donne’, Natalia Paragoni ha raccontato le sue difficoltà da madre dopo l’arrivo della sua prima figlia, Ginevra, avuta con Andrea Zelletta.

La ragazza si è ritrovata a fare i conti con la depressione post partum, una situazione che era diventata quasi insostenibile e che l’ha vista avere un forte rifiuto della bimba. “Stavo a casa dei miei genitori, nel momento in cui lui (Andrea ndr) non c’era io ero nel panico più totale. Avevo un rifiuto, non avevo proprio voglia di vederla, di sentirla, quel pianto mi faceva piangere“, ha raccontato l’ex Uomini e Donne.

“Ero stanca, mi faceva male tutto. È un momento in cui non sei te stessa, non puoi pensare a te stessa, tu ti annulli. Poi tutti guardano la bambina, io chi sono dicevo? Perché non date una mano a me? Mia madre l’ha capito giustamente essendo donna e spiegando tutto ad Andrea che mi vedeva piangere. Lui è stato importantissimo. Mi dava quello sprint. ‘Adesso devi reagire, sei mamma, hai fatto questo’”, ha proseguito la ragazza.

Ho iniziato a capire che quello scricciolo serve a qualcosa oltre a darti un amore immenso. Però fino a quel momento vedi tutto nero. Non lo auguro a nessuno. La mia è stata una cosa lieve, però sento delle esperienze che sono molto molto peggio. Mi dispiace perché viviamo in uno Stato che non aiuta per niente in questa cosa. Se ne parla poco e non c’è sostegno. La sera quando ho partorito dopo 12 14 ore di travaglio io ero morta e non c’era nessuno che mi potesse tenere la bambina e potrebbe succedere la qualunque, se ne sentono tante. Ci rimango malissimo. Non c’è nessuno che ci dà una mano in quel momento difficilissimo […]”.

L’importanza di un aiuto

La Paragoni ha sottolineato come sia necessario, per le donne che vivono queste situazioni, avere dell’aiuto e anche del sostegno psicologico: “Problemi, dolori e nessuno che mi dà una mano. Nessuno ad ascoltarti. Non c’è uno psicologo che viene dopo il parto a dirti guarda che potrebbe succederti questo, se hai bisogno chiama me. Nella sanità non c’è questo. Io ho dovuto pagare per essere tranquilla. Ma chi non se lo può permettere […]”.

Bianca Gallo

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